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Uffizi: nuovo restauro da Italia Nostra torna in Galleria l’Apollo seduto
toscana (firenze) firenze

pubblicato il 24/05/2014 08:56:25 nella sezione "Restaurare"
Firenze - Galleria degli Uffizi

"wwwPresentato ieri mattina nell’aula di San Pier Scheraggio, il restauro dell’Apollo seduto, già tornato nel Primo Corridoio della Galleria degli Uffizi. L’opera in marmo è la replica romana - del I secolo d.C. - di un originale ellenistico del III-II secolo a. C. e il suo recupero , a cura della restauratrice Anne Katrin Potthoff Sapia, è stato interamente finanziato dalla sezione fiorentina di Italia Nostra, così come quelli dello pseudo Seneca morente, della Giulia Mesa, di Poppea e del Nerone bambino -posto nel Terzo Corridoio della Galleria
.

“Sono lieta di questo nuovo intervento di recupero di un marmo della Galleria– ha detto il Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini –reso possibile grazie alla manifestazione di sensibilità dimostrata ancora una volta da Italia Nostra, sempre così vicina alle esigenze del museo, da sempre impegnato nella contesa dei suoi tesori all’inarrestabile azione del tempo”.
“Ogni restauro condotto sui marmi della collezione antiquaria degli Uffizi – ha aggiunto il Direttore della Galleria, Antonio Natali – è doppiamente meritorio, giacché da un lato si recupera la migliore leggibilità di un’opera, dall’altra s’accendono le luci su un patrimonio d’antichità che degli Uffizi è parte cospicua e insigne. A chi, come Italia Nostra, è sostenitore d’imprese vòlte a esaltarne il valore va il ringraziamento del museo e mio personale”.
Da parte sua Mariarita Signorini, Responsabile restauri e membro del consiglio nazionale Italia Nostra, ha voluto ringraziare “la Direzione del Polo Museale e della Galleria, in particolare Fabrizio Paolucci, Direttore del Dipartimento delle Antichità classiche, senza la cui competenza e disponibilità non sarebbe stato possibile condurre a termine anche questa raccolta di fondi per mezzo delle visite guidate alla scoperta della ‘Galleria dei marmi’ e alle nuove sale museali, tutte svolte il lunedì (giorno di chiusura al pubblico), con le apprezzate visite ai Depositi e al Corridoio Vasariano, visitato da molti soci provenienti da altre regioni (in primis della sezione di Reggio Emilia). Sono state una serie di occasioni imperdibili e assai educative anche per i giovani e gli studenti dell’Università di Parma del corso di Scienze per la Conservazione e il Restauro. Ringrazio anche l’Associazione Vivi Fiorenza, per la condivisione del nostro progetto fin dagli esordi. I nostri complimenti vanno infine alla restauratrice Anne Katrin Potthoff Sapia dalla grande maestria e a Maria Brunori, l’eccellente fotografa che ha documentato tutti questi restauri e che sa rendere carne i preziosi marmi che interpreta più che immortalarli”.

NOTE STORICHE
Identificato con una delle sculture donate a Francesco I de' Medici dal Cardinale Pier Donato Cesi alla fine del XVI secolo, l'Apollo seduto è verosimilmente in Galleria sin dal 1597, esposto nel primo corridoio e definito negli inventari dell'epoca “ignudo con testuggine”. Secondo la letteratura, la figura avrebbe di antico soltanto il torso e la parte superiore delle gambe; questo frammento classico fu integrato assai precocemente, certo sin dal XVI secolo, con gli attributi di Apollo, ovvero la faretra e la tartaruga, metafora delle tenebre “schiacciate” dalla divinità solare. I lavori di restauro, oltre a restituire piena leggibilità a un'opera fra le prime del nucleo originale del museo mediceo, hanno consentito anche di avanzare fondate ipotesi sull'antichità della testa. Quest'ultima, molto probabilmente non pertinente, fu però ricomposta con grande perizia dai restauratori cinquecenteschi, che furono in grado di selezionare un tipo iconografico compatibile con i modelli apollinei. Fra i risultati dell'intervento è da segnalare anche l'individuazione dell'originario piano di seduta della figura, pressoché interamente obliterato dalla roccia di moderno restauro. Grazie a questi indizi si conferma l'ipotesi già avanzata in letteratura, secondo cui il torso era originariamente pertinente non ad un Apollo, bensì ad un Dafni. La statua faceva parte di un gruppo (symplegma) raffigurante il giovane con il suo maestro di musica Pan, oggetto di gran fama in epoca antica e descrittoci da Plinio il vecchio nel portico di Ottavia a Roma. Il prototipo, opera di Eliodoro di Apamea, maestro dello stile barocco di tradizione rodia, fiorito a cavallo tra II e I sec. a.C., fu ampiamente riprodotto in età imperiale e ad una sua replica di alta qualità, verosimilmente realizzata nel I sec. d.C., deve essere ascritto il torso del cosiddetto Apollo degli Uffizi.

IL RESTAURO
Col restauro assai complesso dell’Apollo seduto è stato possibile recuperare una scultura di grandi dimensioni e proseguire senza soste nel progetto ‘Italia Nostra per gli Uffizi’. Un intervento che ha richiesto anche un maggior impegno di spesa (quasi 5mila euro).
La statua è composta da dieci parti di marmi diversi. La testa, fino alla mandibola è realizzata in marmo bianco, simile a quello con cui è eseguito il collo e probabilmente la punta del naso, aggiunta successivamente. Il torso è stato scolpito in marmo greco mentre le due braccia e le gambe, aggiunte all'incirca a metà coscia, sono in marmo bianco venato grigio. Il tronco di legno sul quale è seduto Apollo, è eseguito in marmo senza venature, mentre il piede sinistro appoggiato su una tartaruga è lavorato in marmo venato grigio.
La scultura si presenta in buono stato generale, anche se sono presenti abrasioni soprattutto sul torso, e ingiallimenti sulle gambe aggiunte probabilmente a causa di trattamenti con oli. Si notano depositi di polvere maggiormente localizzati sui piani orizzontali del modellato. Sono visibili interventi precedenti e più recenti, quali ad esempio stuccature localizzabili alle giunture dei marmi e ricostruzioni in zona capelli eseguite in colofonia. Queste ultime ricostruzioni coprono l’attaccatura delle orecchie.
La prima operazione è stata quella di rimuovere i depositi atmosferici incoerenti tramite l’ausilio di pennelli e aspirapolvere, dopo un controllo di tutta la superficie per la verifica di eventuali fenomeni di decoesione del marmo. Si è quindi proseguito con la pulitura degli strati più compatti di polvere, nonché sostanze di natura cerosa e oleosa, mediante l’applicazione di solventi. Successivamente sono state eseguite le prove di pulitura. L’impacco con acqua demineralizzata, supportato da “tessuto non tessuto” e rimosso dopo un tempo da cinque a dieci minuti, ha riportato risultati soddisfacenti. Il tempo di applicazione è variato secondo lo sporco da rimuovere e la superficie da pulire tenendo così conto della presenza di marmi, e quindi colori, diversi.
Le operazioni sono andate avanti con la rimozione di alcune stuccature degradate, e con il rifacimento delle stesse utilizzando polvere di marmo bianco legato con resina acrilica (Primal AC 33) del. in acqua al 25%. Si è deciso di non rimuovere le stuccature in resina colofonia perché non era possibile farlo senza danneggiarle. Sono stati eseguiti dei ritocchi con velature di acquerelli e tempere sulle stuccature per rendere otticamente più morbida la differenza tra un marmo e l’altro.

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Alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti presentazione del restauro dell'opera di Elisabeth Chaplin ''Le tre Sorelle''
toscana (firenze) firenze

pubblicato il 22/04/2014 07:57:21 nella sezione "Restaurare"
Firenze - Galleria d'Arte Moderna - Palazzo Pitti
29 aprile 2014

"La Direzione della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti presenta il restauro di un ritratto raffigurante Le tre sorelle della pittrice Elisabeth Chaplin realizzato con il contributo della Fondazione AWA.

la Redazione

Eseguito da Rossella Lari con la direzione di Alessandra Griffo, l’intervento si è svolto nell’ambito dell’iniziativa promossa dalla Fondazione AWA (Advancing Women Artists) e dall’Associazione Culturale il Palmerino dedicata a due artiste straniere attive a Firenze nel Novecento, cioè la stessa Chaplin e Lola Costa.
Il dipinto fa parte del consistente nucleo di opere, ben 724, che l’artista di origine francese ha donato alla Galleria nel 1974: caso unico, nell’ambito delle molte donazioni, in cui una donna ha lasciato al museo un numero così alto di opere sue e dei componenti della sua famiglia, l’avo Charles, lo zio Arthur, il nipote Robert e la madre Marguerite Chaplin Bavier Chauffour. A quest’ultima si deve il ritratto in marmo di Elisabeth fanciulla che è stato restaurato per l’occasione dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze.
La presentazione del restauro avrà luogo nella Sala del Fiorino della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti martedì 29 aprile alle ore 17. Interverranno: Cristina Acidini (Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze), Sarah C. Morrison (Console Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze), Jane Fortune (Fondatrice e Presidente della Advancing Women Artists Foundation), Giuliano Serafini (Storico dell’arte), Simonella Condemi (Direttrice della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti), Alessandra Griffo (Vice-direttrice della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti) e Rossella Lari (restauratrice).

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Il restauro ligneo secondo le regole dell'arte

pubblicato il 02/12/2013 12:00:00 nella sezione "Restaurare"


Uscito da pochi mesi il manuale tratta le varie fasi operative del restauro ligneo in forma chiara ed essenziale, e descrive sia le esperienze di artisti e artigiani del passato sia quelle di quasi trent'anni di lavoro e di insegnamento dell'autore. Rivolto sia a chi dell'arte del restauro voglia farne una professione sia all'amatore che desideri procedere nel rispetto delle regole di questa disciplina, il testo consente di approfondire le conoscenze basilari che deve possedere un buon restauratore: artistica, chimica, alchemica ed ebanistica. La comprensione degli argomenti trattati è facilitata dalla presenza di numerosi disegni esplicativi e da schede riassuntive che forniscono quadri sintetici del percorso evolutivo tecnico-costruttivo, tipologico-formale, storico-stilistico e ornamentale. Chiude il volume un utile glossario e un dettagliato indice analitico.


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Palazzo Spinelli Istituto per l'arte e il restauro in Italia
toscana (firenze) firenze

pubblicato il 24/09/2013 00:24:53 nella sezione "Restaurare"
IL RESTAURATORE IN ITALIA
La formazione del restauratore in Italia è oggi regolata dal Decreto Ministeriale n. 86 del 26 maggio 2009 che definisce il profilo del restauratore e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro e alla conservazione dei beni culturali, ai sensi dell’art. 29 comma 7 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004.
Il DM 86/2009 definisce i seguenti profili:
Art. 1 - Restauratore (laurea quinquennale a ciclo unico)
Art. 2 - Tecnico Restauro Beni Culturali e Collaboratore Restauratore (diploma triennale)
Art. 3 – Tecnici con competenze specifiche (diploma annuale, biennale o esperienza professionale)
Art. 4 – Esperti scientifici (laurea in chimica, fisica, biologia, geologia).
Questi tecnici intervengono in team con un progettista (restauratore laureato) e un direttore dei lavori (architetto o restauratore) sotto la sorveglianza della competente Soprintendenza.
"PALAZZO SPINELLI NELLA STORIA DELLA FORMAZIONE DEL RESTAURATORE IN ITALIA
Nel 1976 il nostro Istituto è stato il primo in Italia a contrastare il monopolio della legge n. 1089 del 1 giugno 1939, poi abrogata nel 1999, nel rispetto dei valori fondamentali della Costituzione italiana, tra cui l’articolo 33, 1° comma, che recita: "L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.
Due anni dopo la legge nazionale 845 del 21 dicembre 1978 ha regolamentato la formazione professionale, delegandola alle Regioni. Ai sensi di questa legge, Palazzo Spinelli ha ottenuto nel 1980 il riconoscimento dei propri corsi di restauro (Delibera Provincia Firenze n. 1881 del 12.06.1980
. Fino ad oggi tale riconoscimento è stato concesso ininterrottamente dalla Provincia di Firenze ai sensi dell’art 17 comma 1 lettera b della L.R. 32/2002. L'ultima delibera è la n. 2347 del 27.06.2013. L’Istituto è accreditato dalla Regione Toscana con Decreto n. 1722 del 25 marzo 2003, codice accreditamento n. 545, e successivo decreto n. 373 del 6 febbraio 2009, codice di accreditamento FI0269.)
IL DECRETO 294/2000 SUI LAVORI DI RESTAURO
Il Decreto Ministeriale 294 del 3 agosto 2000 individua i requisiti di qualificazione per la categoria di opere specializzate OS2 (restauro e manutenzione ordinaria e straordinaria di beni culturali). Questo Decreto stabilisce che una ditta che occupa più di 4 dipendenti deve operare con il 20% di restauratori (laurea), il 40% di collaboratori restauratori (diploma triennale), il 40% di addetti (diploma annuale, biennale o esperienza).

L'ISTITUTO E I CORSI PER COLLABORATORE RESTAURATORE
Palazzo Spinelli ha sempre organizzato corsi professionali per Collaboratore Restauratore riconosciuti dalla Regione Toscana, diplomando 3.300 studenti di ogni parte del mondo. I corsi sono attualmente organizzati ai sensi della Legge Regionale 32/2002 e nel rispetto degli standard approvati dalla Conferenza delle Regioni italiane del 27 ottobre 2011 che ne hanno stabilito definitivamente la triennalità con 2.700 ore, il cui 60% va destinato ad attività pratiche svolte per il 60% su manufatti qualificabili come beni culturali ai sensi del Codice. Nel 2013-14 l’Istituto attiverà 4 indirizzi: Restauro di affreschi – Restauro di dipinti su tela e tavola – Restauro di materiale cartaceo - Restauro di ceramica e lapidei. I diplomati che avranno frequentato il triennio superando l’esame di Tecnico Esperto sono inseriti automaticamente nell’Elenco Nazionale dei Tecnici di restauro dei beni culturali gestito dal Ministero. Chi frequenta solo un anno o consegue solo il diploma biennale di Tecnico Qualificato non sarà inserito in alcun Elenco, ma potrà comunque operare come Addetto al restauro.

L’ISTITUTO E I CORSI PER RESTAURATORE
Palazzo Spinelli, intendendo organizzare anche i corsi universitari per Restauratore (laurea al termine del ciclo unico quinquennale), ha presentato formale istanza alla Commissione Interministeriale. Questa, dopo aver visionato la nuova sede, ha espresso un primo parere favorevole. Per evitare qualsiasi conflitto d’interessi, la gestione dell’Università deve essere svolta da un nuovo soggetto giuridico appositamente costituito. Palazzo Spinelli svolge in questo momento il ruolo di promotore di una nuova società alla quale parteciperà apportando il proprio know-how e la propria esperienza. La partecipazione a questa società è aperta a tutti: enti pubblici, operatori del settore e privati cittadini. Si prevede di avviare nel 2014-15 i primi corsi di laurea in tre percorsi formativi: 1. Restauro affreschi e lapidei – 2. Restauro dipinti e legni – 4. Restauro Ceramica. I laureati saranno inseriti automaticamente nell’Elenco Nazionale dei Restauratori di beni culturali gestito dal Ministero.

IL RICONOSCIMENTO DEI TITOLI
Il titolo di qualifica professionale triennale, in quanto rilasciato da una Regione delegata dallo Stato italiano, ai sensi della Legge Nazionale n. 845 del 21 dicembre 1978, è valido su tutto il territorio nazionale.
Il titolo triennale è anche valido nei Paesi dell'Unione Europea in quanto rilasciato in conformità di un SG Sistema Generale di riconoscimento, regolamentato con due direttive generali (89/48/CEE e 92/51/CEE), modificate dalla direttiva 2001/19/CE attuata dallo Stato italiano con Decreto Legislativo n. 277 dell’8 luglio 2003, art 1 lettera b. Il riconoscimento della Laurea è equipollente a qualsiasi altra Laurea Magistrale italiana o straniera.

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Salvatore Settis su ‘’Caravaggio e L’antico’’
lazio (roma) roma

pubblicato il 20/09/2013 08:43:29 nella sezione "Restaurare"
Restaurate le due opere di Caravaggio e Vasari, prima tappa del progetto ''I Dialoghi dell'Arte''.

Il 27 SETTEMBRE PRESSO LA GALLERIA DORIA PAMPHILJ A ROMA

la Redazione
"A conclusione dei lavori di studio e di restauro della Maddalena penitente di Caravaggio e della Deposizione di Giorgio Vasari, Salvatore Settis terrà la conferenza “Senza far disegno. Caravaggio e l’antico“ presso la Sala del Trono della Galleria Doria Pamphilj in Roma il prossimo 27 settembre alle ore 17:00.

La prima tappa del programma “I Dialoghi dell’Arte”, è stata costituita dal restauro congiunto delle due opere, interessando inoltre l’aspetto conservativo e lo studio tecnico. Fa parte del progetto. oltre alle due opere suddette, anche di un terzo importante dipinto ospitato nella Galleria Doria Pamphilj: il San Giovanni Battista, eccellente copia seicentesca del capolavoro dello stesso Caravaggio che oggi si conserva presso la Pinacoteca Capitolina. Per tutta la durata dei lavori iniziati il 28 gennaio, i visitatori della Galleria, hanno potuto ammirare le opere attraverso un vetro mentre gli specialisti procedevano nel restauro. Inoltre i visitatori hanno potuto seguire in progress la documentazione tecnica all’interno delle cornici “vuote” dei dipinti disposte su pannelli espositivi.

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La cura del Mobile. Consigli del restauratore genovese G. Laurianti

pubblicato il 04/09/2013 23:13:36 nella sezione "Restaurare"
"Ogni mobile ha bisogno di buone cure per mantenere il suo splendore e non subire degradi nel tempo


La Redazione

Prima di tutto ricordate che i mobili antichi sono oggetti "vivi" e che come tali risentono di tutti quei fattori climatici e ambientali che potrebbero danneggiare anche la salute di un uomo.
A volte ad alcuni miei clienti che chiedono consiglio su come mantenere in salute i loro mobili rispondo:
""Lei starebbe esposto ad una corrente d' aria intensa? Troverebbe salutare stare di fronte ad una finestra su cui batte il sole per un pomeriggio intero? Le piacerebbe stare chiuso una settimana in una stanza con il riscaldamento acceso, e senza mai avere ricambio d aria nell'ambiente?"


E chiaro che la risposta in ogni caso è sempre no .

Ebbene, anche se vi sembrerà eccessivo, queste sono le attenzioni dovute oltre che alla vostra persona, anche ai vostri amati oggetti. Un ultima cosa: a ricordarvi questa presenza "viva" alcune volte sentirete degli scricchiolii provenire dai vostri pezzi d arredamento non stupitevi, il legno subisce dilatazioni e restringimenti ed è quindi proprio per questo motivo che bisognerebbe cercare di seguire questi semplici consigli onde evitare anche danni alla struttura del mobile.
Ricordarsi ogni primavera e fine estate, di spolverare con cura il vostro mobile e lucidarlo con della buona cera.
Non utilizzate prodotti spray, o cere contenenti siliconi.
Attenzione alle bevande alcoliche, se versate sulla superficie del mobile sciolgono la gommalacca producendo notevoli danni.
Se appoggiate delle piante sul mobile mettete un sotto vaso, e accertatevi che non trasudi umidità.
In primavera controllare in ogni parte che non vi siano fori di tarlo nuovi, e se così fosse intervenire immediatamente, o rivolgersi al proprio restauratore di fiducia.
Durante l'inverno evitare di tenere la temperatura in casa superiore ai 18/20°. Se non è possibile mantenere queste temperature, facciate in modo che in casa ci sia una giusta umidità utilizzando degli umidificatori, o delle vaschette con acqua da apporre sui termosifoni.
Evitare, nella stagione estiva il sole diretto.
Evitare le correnti d aria, soprattutto nelle giornate ventose e secche.
In caso di danni accidentali su mobile, come righe, ammaccature, macchie sulla lucidatura, evitare di intervenire personalmente se non si è sicuri delle proprie capacità. A volte per un restauratore rimediare a questi piccoli danni è un lavoro molto semplice e veloce.
Assolutamente vietato utilizzare chiodi per rimediare a difetti di sedie che "dondolano". Il danno che provochereste sarebbe maggiore di quello iniziale.

Fonte: Continua a leggere...
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Mobile antico, regole base di restauro

pubblicato il 04/09/2013 22:41:03 nella sezione "Restaurare"
La Redazione

"Il Restauro è un grande settore, diviso in tante specializzazioni, vediamo le regole base per iniziare un buon lavoro su di un mobile antico.


E’ necessario innanzi tutto stabilire l’epoca esatta del mobile, in quanto gli interventi che si effettueranno, sia d’ebanisteria che di finitura né saranno influenzato oltre al tipo di legno.Ogni ripristino va fatto con lo stesso legno di cui è composto l’oggetto e possibilmente della stessa epoca.

Il restauro inizia sempre con gli interventi di falegnameria, successivamente si esegue la pulitura (sverniciatura solo quando è necessario), ed infine la lucidatura.

Sarà bene scrivere tutte operazioni che dovranno essere eseguite sull’oggetto, senza tralasciare quelle giudicate minime, sono le più facili da dimenticare, stabilendo una cronologia d’esecuzione che non intralci un intervento con un altro.

Le operazioni di pulizia (o sverniciatura) sono quelle che richiedono una particolare attenzione nella scelta d’intervento, infatti in questa fase un errore di valutazione può causare dei danni che sono in un certo qual modo irreversibili. Tenete sempre conto della patina (quella colorazione che il legno acquisisce nel tempo) del mobile, va considerata sacra, ogni intervento di pulizia la deve sempre salvaguardare. Evitate interventi drastici (quali soda caustica) , in alcuni casi è necessario solo spolverare l’oggetto, non è indispensabile sverniciarlo.
Analizzando il tipo di verniciatura che ricopre l’oggetto si determinerà il prodotto migliore per eseguire la pulizia.


Eseguire sempre un test del prodotto scelto in un’angolo nascosto del mobile, questo farà in modo che, se il prodotto è errato, o non funziona a dovere, si limiteranno i danni.

La finitura del mobile tiene conto innanzi tutto di quella che era o dovrebbe essere stata la finitura originale, va ripristinata e non va inventata (con l’uso di miracolosi prodotti sintetici), quando è ormai compromessa e si decide di eseguirla ex-novo si deve tener conto logicamente dell’epoca e dell’origine dell’oggetto (la gommalacca prima del XVIII Sec. non era di dominio pubblico) deducendo così quale sarà stata la finitura originale.
Gli interventi di restauro possono essere divisi in due tipologie: conservativi e integrativi.

Nel intervento conservativo verranno consolidate e rincollate tutte le parti tarlate o comunque degradate o scollate, senza aggiungere o togliere nulla. L’oggetto del restauro quindi non sarà sverniciato ma solo pulito salvaguardando fin dove è possibile la verniciatura originale, e soprattutto la patina.

L’intervento integrativo prevede il ripristino di tutte quelle parti mancanti indispensabili per far si che l’oggetto in questione riprenda la sua funzionalità. Tenete presente che la reintegrazione delle parti mancanti non deve essere superiore al trenta per cento dell’oggetto stesso. In caso di verniciature oramai compromesse, si procederà rifacendole ex-novo.

Come già detto si iniziano gli interventi di restauro con gli lavori di ebanisteria, non è però sempre così, in alcuni casi, ad esempio li dove ci sono molte mani di vernice, è consigliabile sverniciare prima di intraprendere qualunque tipo di intervento.

Gli interventi di falegnameria sono di ripristino e di integrazione e solo se assolutamente indispensabile di sostituzione, cercate però di recuperare più "antico" possibile.
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