La magnifica Cattedrale di Siena, dopo il successo dell’anno passato che ha visto la partecipazione di oltre trecentocinquantamila visitatori, a partire dal prossimo 18 agosto, corso il Palio dell’Assunta, fino al 27 ottobre, “scopre” il suo straordinario pavimento a commesso. Abitualmente, il prezioso tappeto di marmo è protetto dal calpestio dei visitatori e dei numerosi fedeli che ogni giorno accedono al sacro tempio per la preghiera e quindi non totalmente visibile. Si tratta del pavimento “più bello…, grande e magnifico”, che mai fosse stato fatto, secondo la nota definizione del Vasari. Il pavimento del Duomo è il risultato di un complesso programma iconografico realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento. La tecnica utilizzata è quella del graffito e del commesso con marmi di provenienza locale. I cartoni preparatori per le cinquantasei tarsie furono disegnati da importanti artisti, quasi tutti “senesi”, fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, oltre che da pittori “forestieri” come l’umbro Pinturicchio, autore, nel 1505, del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione simbolica della via verso la Virtù come raggiungimento della serenità interiore. Nelle tre navate l’itinerario si snoda attraverso temi dell’antichità classica e pagana: la Lupa che allatta Romolo e Remo, l’egiziano Ermete Trismegisto, le dieci Sibille, i filosofi Socrate, Cratete, Aristotele e Seneca. Nel transetto e nel coro si narra invece la storia del popolo ebraico, le vicende della salvezza compiuta e realizzata dalla figura del Cristo, costantemente evocato e mai rappresentato nel pavimento, ma presente sull’altare, verso cui converge l’itinerario artistico e religioso. Nel periodo della scopertura si svelerà, allo sguardo dello spettatore, anche la parte disegnata da Domenico Beccafumi che qui perfezionò la tecnica del commesso marmoreo tanto da ottenere risultati di luci e ombre, assimilabili al chiaro-scuro del disegno. Nell’esagono sotto la cupola sono rappresentate le Storie di Elia e Acab; nei riquadri vicini all’altare sono raffigurati invece gli episodi di Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia e le Storie di Mosè sul Sinai, oltre al Sacrificio di Isacco. Si potranno inoltre ammirare da vicino gli affreschi dell’abside e gli angeli in bronzo addossati ai pilastri vicino all’altare di Domenico Beccafumi, uno degli esponenti più rappresentativi del Manierismo. Ma il Duomo non finisce di sorprenderci: i visitatori potranno inoltre “deambulare” intorno al coro e all’abside ove si conservano le tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona, eseguite con una tecnica simile a quella del commesso, con legni di diversi colori, raffiguranti vedute urbane, paesaggi e nature morte, costituite da vari oggetti disposti sugli scaffali degli armadi: suppellettili liturgiche, strumenti musicali, poliedri sfaccettati, teschi e clessidre simboli della vanità delle glorie terrene. Contemporaneamente continua l’apertura straordinaria de “La Porta del Cielo”, i sottotetti della Cattedrale, in cui per secoli nessuno è potuto accedere, ad eccezione delle maestranze addetti ai lavori. Il percorso verso il ‘cielo’ della Cattedrale comincia da una scala a chiocciola inserita dentro una delle torri terminanti con guglie che fiancheggiano la magnifica facciata del Duomo. Una volta giunti sopra le volte stellate della navata destra inizia un itinerario riservato a piccoli gruppi che, accompagnati da un’esperta guida, potranno camminare ‘sopra’ il sacro tempio e ammirare gli interni del Duomo e gli esterni della città. Attraverso le vetrate dal tamburo della Cupola, si potrà inoltre osservare il pavimento nel suo insieme da una prospettiva diversa rispetto a quella abituale. Dal ballatoio della controfacciata si potrà inoltre godere della vista generale sulle tre navate con le tarsie raffiguranti i personaggi del mondo antico.
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